Alessandro Mancini, studente del Liceo "Guglielmo Marconi", Pesaro

La scuola estiva di educazione alla pace è stata una bellissima esperienza in cui si è parlato del tema del conflitto. Si è trattato di tre giorni nel mese di settembre 2018 in cui circa in 50 tra ragazzi e studenti ci siamo ritrovati nella scuola di Villa Caprile a parlare e discutere insieme.

Si è parlato del tema del conflitto, partendo da quello globale per poi arrivare a quello interpersonale, cioè tra individui, sia della stessa età che di generazioni diverse.

Durante il primo giorno si è parlato di conflitto a livello globale attraverso lezioni di geopolitica che ci hanno ampiamente informato su cosa sia il conflitto al giorno d'oggi e su come esso sia cambiato rispetto al passato. […]

Durante il secondo e terzo giorno si è poi passati a parlare del conflitto interpersonale, di come si sviluppa e dei modi con cui si affronta. […]

Si è parlato inoltre anche di come ascoltare ed essere un buon ascoltatore. La parola, infatti, è uno strumento importantissimo ed è non soltanto pronunciata, ma anche ricevuta. Risulta chiaro dunque che per risolvere un conflitto è importante saper ascoltare e comprendere il punto di vista di colui che abbiamo di fronte. […]

Dopo l'esperienza della scuola estiva di educazione alla pace sicuramente un cambiamento c'è stato: è stata un'attività fuori dal comune che, eliminando i classici ruoli (cosa che di solito non si fa a scuola o nella quotidianità), ha saputo comunicare il messaggio prefissato e ha analizzato a fondo il tema da ogni punto di vista, facendoci sicuramente crescere.

Andrea Cammarota, studente del Liceo "Terenzio Mamiani", Pesaro

La partecipazione alla Scuola di Pace è stata un’esperienza formativa a trecentosessanta gradi, che oltre a farmi conoscere delle importantissime realtà geopolitiche di cui ignoravo l’esistenza, mi ha aiutato a comprendere che il raggiungimento della Pace, così come tanti altri aspetti della vita di tutti i giorni, sia anche frutto di una continua dialettica fra la sfera dei grandi fenomeni globali e quella delle azioni particellari.

Micro e Macro sono infatti due realtà complementari che devono essere accuratamente controllate grazie ad un dispositivo potentissimo che tutti noi abbiamo a disposizione in quanto animali politici: la parola.

Il temporaneo abbattimento dei ruoli fra alunni e insegnanti mi ha permesso in primis di comprendere come utilizzare al meglio questo strumento spesso insidioso e in più mi ha fatto vedere da un altro punto di vista il mondo della scuola, che fino ad allora mi sembrava immutabile e monocromatico.

Sottrarsi dai ruoli non significa mancare di rispetto all’altro, ma è invece una tecnica efficace per capire come, nella risoluzione di piccoli e grandi conflitti, si possa trovare un solido punto d’incontro ricordandosi di essere, prima che nemici, possibili alleati.

Questa esperienza è stata un importante spunto di crescita personale che mi ha insegnato come saper dialogare significhi anche saper costruire una società ed un futuro migliore; la consiglio perciò vivamente a tutti gli interessati.

Camilla Forlani, Liceo "Terenzio Mamiani", Pesaro

In merito alla meravigliosa occasione di dialogo recentemente offertaci, vorrei sottolineare quanto questa sia stata importante per la crescita di ognuno dei presenti, professori e alunni. Questa ci ha consentito di comprendere i conflitti partendo forse dai più complessi, quelli internazionali, per passare poi a quelli interpersonali, altrettanto complessi ma fondamentali nell’ultimazione della nostra persona e che spesso trascuriamo in quanto parte integrante del nostro essere. Si, perché pur non rendendocene conto siamo costantemente immersi nei conflitti, primo fra questi quello generazionale, che si è però come assottigliato a villa Caprile, dove non c’erano più professori e alunni, ragazzi e adulti, ma persone unite da un trepido desiderio di pace.

La Summer School proprio questo ha rappresentato, un’esperienza unica per l’attuazione delle facoltà umane di ciascuno, sempre fini alla coesione e alla conciliazione, anche quando questa sembrava lontanissima e improbabile ma che mai è risultata essere inarrivabile, grazie soprattutto alla parola, strumento la cui potenzialità è stata espressa in tutta la sua efficacia.

Maddalena Gasparini, Liceo "Terenzio Mamiani", Pesaro

Tra i banchi di una scuola di pace, professori e alunni insieme davanti a un planisfero costellato da puntini rossi, ognuno dei quali segnalava un focolaio di guerra. E se i conflitti rappresentano quanto di cancerogeno c’è nel mondo, allora, quella classe, ha visto la tac di un intero pianeta accendersi come un albero di Natale.  

Lo scopo di ciò, tuttavia, non era di certo quello di demoralizzare, o ancora, appellarsi al senso di colpa di chi, tutto sommato, sembra starsene al sicuro.

Obiettivi? informazione, consapevolezza, sensibilizzazione al tema del conflitto.

Un conflitto che ammorba il nostro mondo, e per giunta accompagna il nostro quotidiano. Spesso infatti gestire le due realtà “noi e io” ci mette a dura prova. Risulta infatti molto più facile partire da se stessi; lanciare sul mercato il prodotto finito della nostra persona, sperare in un acquirente, compiacersi se apprezzati, subito correre a cercarne uno nuovo, se criticati.

D’altro canto, assai più complicato sarebbe partire dal “noi” per riuscire, alla fine del percorso tortuoso, a scoprire se stessi. 

Fare i conti con personalità contrastanti, trovare soluzioni che rispettino tutti, accettare il fatto che con i mezzi di cui disponiamo non possiamo aiutare chiunque avere l’umiltà di fare quindi un passo indietro e poi il coraggio di farne in avanti fino all’incontro  con l’altro. […]

Grazie agli altri, alle relazioni, e ai conflitti distinguiamo veramente tutti colori che ci portiamo dentro.

Docente del Liceo Ginnasio Statale  Virgilio di Roma

Con i bravissimi esperti dell'IRIAD i nostri studenti hanno imparato a tenere gli occhi ben aperti sul mondo